Come si fa a recensire un prodotto di questo livello? Ma soprattutto come potremo, dopo Ted Lasso, trovare un’altra serie tv cosƬ emotivamente potente?
Abbiamo appena concluso la visione di questa piccola perla del panorama televisivo, e ne siamo rimasti sconvolti.
Si potrebbe protrarre la recensione a lungo, ma sarebbe del tutto inutile: impossibile raccontare cosa ci ha lasciato senza dimenticare qualcosa di fondamentale.
Ted Lasso ĆØ una di quelle chicche che fanno bene al cuore: non si tratta piĆ¹ di semplice intrattenimento, no, decisamente no.
Si tratta di qualcosa di piĆ¹.
Inizia quasi come una sitcom, ma diventa una serie tv tra le piĆ¹ belle, strutturate e apprezzate dell’ultimo decennio.
Ted ĆØ un allenatore di football americano (interpretato da Jason Sudeikis, devastante). Non sa assolutamente nulla di calcio, eppure viene ingaggiato per dirigere una squadra della Premier League inglese, l’AFC Richmond (squadra inventata, ovviamente).
Da un primo punto di vista, Ted sembra essere il classico “yes man”, sempre solare e positivo, entusiasta della vita e felice di superare qualsiasi sfida gli si pari di fronte. Ovviamente c’ĆØ di piĆ¹, e piano piano impareremo a conoscerlo.
E oltre a lui, impareremo a conoscere tutti i comprimari, che vengono presentati e man mano sviscerati nelle tre stagioni che compongono l’opera.
Da Rebecca Welton (interpretata da una straordinaria Hannah Waddingham), presidente del club.
A Jamie Tartt, stella del Richmond, ragazzo sbruffone e spavaldo ma dal cuore d’oro.
Passando per Roy Kent, ex eroe del Chelsea ormai diventato “vecchiotto” per il calcio moderno.
E Keeley Jones (anche quƬ, una strepitosa Juno Temple), ragazza di Jamie, ma che si rivelerĆ essere uno dei personaggi meglio riusciti.
E non dimentichiamo Nate Shelley, il magazziniere, oppure il vice coach Beard, ma nemmeno Higgins mi raccomando, il DS del club.
O ancora tutti i vari componenti del team, da Sam a Dani Rojas, passando per Colin Huges.
Ormai possiamo dirlo: sono personaggi memorabili, a tal punto che diventeranno parte della famiglia.
In questi 34 episodi, troviamo di tutto. Tanti infatti sono i temi trattati: i contrasti con i genitori, l’omosessualitĆ , le relazioni che finiscono, la gestione della rabbia, lo scoprire se stessi. Ce n’ĆØ per tutti.
E come avrete intuito, il calcio fa solo da filo conduttore, quindi per gustarsi questa stupenda serie non si deve per forza essere appassionati di questo sport.
Ted Lasso in questi anni si ĆØ portato a casa ben 11 Emmy Awards. UNDICI. Con sole 3 stagioni. C’ĆØ poco da aggiungere.
Purtroppo, sarĆ dura trovare qualcosa di cosƬ potente: un viaggio bellissimo, di una potenza emotiva assurda.
Non andiamo oltre, davvero. Non vogliamo nemmeno che questa sia una vera e propria recensione, quanto piĆ¹ un consiglio: guardatela.
La trovate su Apple TV+.
Spazio all'autore: Sono una di quelle persone che non da mai il voto piĆ¹ alto di tutti, perchĆØ sono fermamente convinto che si possa sempre dare di piĆ¹. In questo caso farĆ² un'eccezione. Ted Lasso mi ha rubato un pezzo di cuore. E sono felice l'abbia fatto. "Believe". ā Francesco – Ravafra