The Ambassadors – Recensione

Mark Millar non si ferma mai e sforna continuamente nuovi lavori. Panini Comics ci ha portato uno dei suoi più recenti lavori, che per il progetto che c’è dietro, ha richiesto più di quattro anni per essere compiuto. Anche quest’ultimo in collaborazione con Netflix, la quale potrà svilupparne un prodotto per la propria piattaforma. Millar ancora una volta si occupa di una storia di supereroi, un nuovo gruppo, riscrivendo, in The Ambassadors, in parte il genere e la loro genesi.

Prima di continuare, tutti conoscete la Fabbrica di Cioccolato e Willie Wonka. Il più grande cioccolatiere che per mantenere al sicuro i suoi segreti si è rinchiuso nella sua fabbrica. Un giorno però Willie decise di concedere a pochissimi fortunati l’occasione di visitare la propria fabbrica e ad uno solo di questi di ricevere una fornitura a vita di cioccolato. Tutto tramite un biglietto d’oro nascosto in una moltitudine di barrette. A trovarlo poteva essere un miliardario o una persona povera. Una trovata di marketing senza precedenti.

La storia di Willie Wonka è tutta un’invenzione, ma Millar si è ispirato a questa idea, per dare vita ad un nuovo racconto di supereroi. In The Ambassadors esistono i medesimi prodotti di intrattenimento del nostro mondo e lo stesso Wonka viene citato, per motivare la scelta dei supereroi. Oltre ai nomi come la Marvel o la Disney stessa. Il tipo di riferimenti che fanno sempre piacere al lettore e che fanno entrare ancora più nel vivo della narrazione.

Sei persone sulla Terra stanno per ottenere dei superpoteri. Per favore, scegliete attentamente.
Il segreto dei superumani è stato decifrato e ora sei civili provenienti da sei nazioni differenti stanno per avere la loro vita stravolta per sempre. Ma come scegliere i meritevoli fi un potere che può cambiare, e anche distruggere, il pianeta Terra?

– Trama dell’editore

Sei eroi per la Terra…

Sei eroi verranno scelti tra i più meritevoli ed altruistici e sei disegnatori si occuperanno delle loro storie. Mark Millar per The Ambassadors ha scelto di assegnare ogni capitolo ad un disegnatore differente. Abbiamo Frank Quitely, in un capitolo in grado si rendergli giustizia solo in un paio di tavole, mancando di quell’azione in cui è un piacere perdersi. Segue Karl Kerschl con uno stile completamente diverso. Travis Charest che ci regala probabilmente uno dei tratti migliori del fumetto, il quale era assente da quasi trent’anni in una trama supereroistica. Per finire Oliver Coipel, Matteo Buffagni e, per il gran finale, Matteo Scalera.

La scelta di affidare a delle persone selezionate i poteri, senza nessun incidente dietro nella genesi dei personaggi, è qualcosa di interessante come lo è certamente il modo in cui queste facoltà vengono attivate, in un continuo scambio tra i membri della squadra.

Come reagirà il mondo nel vedere che i supereroi ora non sono solo nei film e nei fumetti? Come cambierà lo status quo? A queste domande si risponderà solo in parte, rivelandosi, nel suo essere pienamente autoconclusivo, una sorta di storia di origini di questi Ambasciatori.

L’autore di Civil War e Kick-Ass sforna, quindi, un fumetto assolutamente piacevole, che scava nelle motivazioni umane ed in ciò che rende degno qualcuno di un potere che potrebbe rovesciare il mondo. Il tutto giocando con la storia ed il superuomo.

Spazio all'autore: Mark Millar è un autore prolifico e tra le grandi storie che ci ha regalato, bene o male, difficilmente delude. Coi suoi lavori riesce sempre ad inserire degli elementi interessanti, nella trama o nel mondo che va a creare. The Ambassadors ne è un esempio ben riuscito. Davide – Riccidanerd

7.5
von 10
2024-02-22T17:00:00+0000