All’alba della Star Wars Celebration di Londra, eccoci qui per parlare di questo nuovo episodio di The Mandalorian. La stagione ĆØ ormai agli sgoccioli e presto verrĆ il momento di tirare le somme di quanto visto in queste settimane. Se vi siete persi la nostra recensione del precedente episodio niente paura, la potete recuperare qui e seguire Bo Katan e Din Djarin alla ricerca dei mandaloriani sparsi per la galassia.
Here we go again
Ricordate lo sporadico accenno di cambiamento che avevamo accennato la volta scorsa? Ecco, ĆØ stato proprio questo: sporadico. Ma procediamo con ordine, perchĆ© a voler essere onesti non tutto ĆØ da buttare in questa puntata, anche se sicuramente ad un passo dal finale di stagione ci si chiede che senso abbia inserire un episodio di questo tipo, forse piĆ¹ adatto ad introdurre la storia nelle sue prime fasi. Avevamo lasciato Bo Katan con un compito estremamente significativo affidatole dall’Armaiola in persona: riunire i mandaloriani nella loro nuova casa, per tornare ad essere un solo popolo unito e forte. Partita dunque per adempiere a questa missione, l’ultima discendente del clan Kryze giungerĆ su Plazir 15, accompagnata da Din Djarin e dal piccolo Grogu. Qui sperano di incontrare l’ex esercito di Bo Katan, ora guidato da Ax Woves, divenuto con il tempo un gruppo di mercenari.
I governanti dell’idilliaco pianeta dell’Orlo Esterno hanno perĆ² altri piani per il trio, che si ritrova coinvolto suo malgrado in un’indagine per determinare la causa del malfunzionamento dei droidi che il pianeta utilizza per svolgere ogni sua attivitĆ . Trattandosi di ex droidi imperiali ricondizionati, il rischio che dietro a tutti gli incidenti verificatisi ci sia la mano dell’Impero o dei Separatisti ĆØ molto alto. Si sviluppa cosƬ un poliziesco dai toni d’altri tempi, che accompagna i nostri protagonisti nell’arco di quasi tutto l’episodio, con tanto di scena del crimine, nastro giallo, misteriosi incidenti, obitori per droidi e analisi di laboratorio. Una side quest con una struttura narrativa da manuale, che approfondisce la lore di riferimento e sviluppa il legame tra i due mandaloriani, diversi eppure uniti da credenze comuni e un ritrovato rispetto reciproco.
Tentativo riuscito? Non proprio
Un approccio interessante, diverso da quelli adottati finora, ma che rischia di distogliere eccessivamente l’attenzione dalle fasi finali della stagione, che rimangono a questo punto ancora piĆ¹ avvolte nel mistero. Bisogna inoltre specificare che pur trattandosi di un diverso modo di orchestrare lo svolgimento della trama, questo non sia completamente ben riuscito. La “mente criminale” (si fa per dire) dietro gli attacchi dei droidi, ĆØ quanto di meno carismatico e malvagio ci possa essere, costruito in maniera cosƬ banale, piatta e poco accattivante, da renderlo ridicolo e caricaturale. Responsabili di questo fiasco i dialoghi per nulla originali, frettolosi e mal approfonditi. Un aspetto che intacca la caratterizzazione di tutti i personaggi dell’episodio, eccetto, per fortuna, i nostri protagonisti.
Nel consolidare il rapporto tra Din Djarin e Bo Katan, quest’ultima viene messa al centro della narrazione, ribaltando la sua posizione da personaggio secondario a protagonista principale, nonostante i due agiscano insieme nell’arco di tutta la puntata. Un ribaltamento reso evidente nei minuti finali dell’episodio, decisamente i momenti migliori della sua intera durata, dove il riconoscimento della giovane mandaloriana arriva dopo lungo tempo e fatiche. Un riconoscimento che arriva dallo stesso Din e che mostra il profondo rispetto che nel tempo ha maturato per la sua nuova compagna di viaggio. In conclusione The Mandalorian sembra confuso sul percorso da intraprendere, procedendo diritto, ma sbandando frequentemente nel tragitto. Ma se questa ĆØ la via, noi non possiamo far altro che seguirla.