The Wicked + The Divine è una sorprendente serie edita in Italia da Bao Publishing, pubblicata in patria dall’etichetta Image Comics. Gli autori, che nelle appendici al volume, e non solo, si prendono in giro in diverse occasioni, andando anche a rompere la quarta parete nel corso dei capitoli, con interventi piccoli e delicati, non hanno bisogno di presentazioni nel panorama della nona arte.
Le due menti dietro a questo incredibile e sofisticato arrazzo sono nientedimeno che Kieron Gillen e Jamie McKelvie. Il primo gestisce testi e storia, mentre McKelvie, che nel corso dei capitoli si alternerà brevemente con altri nomi, per alcune tipologie di storie, si occupa dei disegni, dando prova di un buon sperimentalismo, grazie anche alla mente di Kieron, che ha partorito dei capitoli che lasciano il lettore senza parole. A dir poco coraggiosi, con vignette che si ripetono, quasi, in loop, per un intero capitolo, per esempio. Ma nulla è lasciato al caso.
Ad impreziosire i disegni di McKelvie abbiamo Matthew Wilson a cui si aggiunge, per completare il quartetto principale del team artistico, Clayton Cowles, il quale in originale si è occupato del lettering.

Una nota prima di iniziare. I disegni, e per lo più la colorazione, sembrano rendere il tutto troppo piatto ad un primo, distratto, sguardo. Tutto è reso con un sentore di perfezione estrema, quasi da rendere tutto piatto. Se potrebbe stonare all’inizio, il tutto è voluto, nel raffigurare ciò che questi personaggi sono, rappresentano per sé stessi e gli altri e che credono di essere. Ci si fa subito l’occhio e si viene avvolti da tutto ciò.
“Ogni novant’anni dodici dei si incarnano in altrettanti ragazzi.
Vengono amati.
Vengono odiati.
Nel giro di due anni sono tutti morti.
Sta succedendo ora.
Sta succedendo di nuovo.”
Scontato e banale o geniale e coraggioso?
Cosa aspettarsi da The Wicked + The Divine? L’inimmaginabile è probabilmente più semplice da spiegare. Ma andiamo con ordine. Potrebbe sembrare, ad un primo approccio, leggendo l’incipit, qualcosa di banale. Ogni novant’anni anni dodici divinità si reincarnano in adolescenti per morire dopo soli due anni. In un eterno ciclo che va avanti da migliaia di anni. Banale non è probabilmente la parola più corretta, ma di certo può lasciare interdetti nel provare ad approcciarsi a questo viaggio.
Perché poi ridursi a sole dodici divinità? Non è come una limitazione al potenziale della storia? Assolutamente no, è semplicemente più difficile da gestire, mantenendo, inoltre, in un certo senso, l’evoluzione dei fatti più “terra-terra”, nonostante sia, ovviamente, estremamente fantasioso.
Una trama così semplice, con queste limitazioni iniziali, sono un qualcosa che può essere difficile da mandare avanti… e solo un buon sceneggiatore può esserne in grado. Perché il potenziale è, al contrario, infinito. Le dodici divinità, inoltre, sono tutt’altro che scontate.
Quindi la serie è tutto fuorché banale. Al contrario è una ventata d’aria fresca al genere, pur calandosi nel classicismo delle storie teen. In fin dei conti abbiamo a che fare con adolescenti, per lo più. The Wicked + The Divine è coraggiosa nella gestione dei propri personaggi, geniale nello stile grafico e rappresentativo di alcuni capitoli in particolare.
La serie ha vinto al British Comic Award del 2014 come Miglior Fumetto ed è stata nominata, nel 2015, nelle categorie di Miglior Nuova Serie, Miglior Copertina e Migliori Colori agli Eisner Awards.

Il fatto di essere immortale non significa che vivrai per sempre
“Cosa ti importa quello che faccio? Tra due anni sarò morto e non vi vedrò per altri novanta. Ammesso che Baal decida di apparire, la prossima volta. Non possiamo cambiare nulla. Possiamo cambiare voi e voi potete decidere cosa farne.“
Cosa aspettarsi? Essendo i protagonisti principali degli adolescenti è ovvio leggere del loro scoppio ormonale. O meglio del sfruttare la propria fama e le proprie potenzialità per rapporti aperti e del sesso senza freni, alternati a innumerevoli feste e concerti in cui sono l’attrazione più attesa. Ma queste non sono che la punta dell’iceberg che fanno da cornice ad un gioco di intrighi e segreti vecchi più di seimila anni. Di una guerra ormai prossima, di sacrifici umani, della Grande Tenebra che avanza, di morti e di desideri. In un mondo che sta accettando il fatto di ospitare delle divinità le conseguenze sono davvero interessanti e approfondite. Il loro scopo è fornire una guida all’umanità per i prossimi novant’anni. Ma è davvero questo il loro fine ultimo?
Si inizia subito in medias res con Lucifero che è stato incastrato per omicidio. Il lettore da subito non ha un momento di tregua, si ritrova in tribunale con la divinità degli Inferi ed è testimone di uno dei primi dialoghi geniali ed imponenti della serie. Il primo di molti.
“Ora, se la Corte decreterà che sono un dio, me ne farò una ragione. Ma devo dire che costituirebbe un precedente molto interessante. Mi scuso Vostro Onore, non volevo offendere nessuno. Dichiaratemi un dio e crocifiggetemi. Anche i precedenti per questo sono interessanti.”

O lo si ama, o lo si odia
Da questo momento ha inizio una spirale di eventi che faranno precipitare il pantheon nel caos. Una successione di omicidi, tradimenti, doppi e tripli giochi, oltre ad andare a toccare i temi del cambiamento. Dopotutto sono adolescenti che sviluppano nuovi poteri che devono scoprire e che vogliono sfruttare a più non posso. I cambiamenti del corpo, con la crescita, il paragone è scontato.
Per farci capire con cosa il lettore si troverà difronte osiamo un, rischioso, paragone. La sensazione in cui è impossibile immaginare che possa succedere qualcosa con cui si va ad osare ancora di più rispetto a ciò che hai appena letto, perché credi che più di così non si possa fare, ma subito vieni smentito. E a quella si susseguono un innumerevole numero di colpi di scena. Ecco, tutto ciò può essere messo nello stesso piano di Invincible. Le sensazioni che l’opera di Kirkman dà al lettore, l’entusiasmo nella lettura, i viaggi entali su cosa può accadere. Tutto ciò può essere inserito anche nella creatura di Gillen e McKelvie, pur con le dovute differenze.
Quindi, The Wicked + The Divine o lo ami da subito, o lo odi (n.d.r. anche se non capisco come possa essere possibile ciò), come i protagonisti della serie stessa. Dodici ragazzi che saranno amati e odiati per poi morire nel giro di due anni, dopo aver bruciato come dei.
Cosa si può mai fare con sole dodici divinità in un infinito numero di dei nei pantheon delle diverse civiltà? Come ha fatto a gestire una cosa del genere questo team di autori? Solo dodici dei? Una limitazione? Potrebbe sembrare tale, ma non lo è. Ed il team si è divertito da matti, a volte pentendosene di aver iniziato un viaggio così impervio, tutto iniziato con un’improvvisazione, lasciando scorrere le idee. E ha funzionato. Eccome se ha funzionato. Tutto si incastra poi perfettamente.
Quindi ora lasciamo a voi il giudizio alla serie, per confermare tutto ciò e vivere tali emozioni di questo viaggio incredibile ed indescrivibile.
Chiudiamo con una precisazione. L’ottavo volume è uno speciale. Potrebbe spazientire alcuni lettori, dovendo prendere un numero “in più”, visto che la storia riprende e terminal nel nono. Ma vogliamo tranquillizzarvi. Le storie qui raccolte approfondiscono questo mondo andando molto indietro nel secoli con dei punti chiave che servono a far capire evoluzioni della storia nel presente.

Spazio all'autore: The Wicked + The Divine l’ho scoperta quasi per caso ed iniziata ancor di più per caso. Mi sono letteralmente buttato, senza sapere cosa aspettarmi, che genere avevo dinnanzi. Presa in mano mi ero detto “proviamo”, nonostante la mole di titoli. Non so cosa mi fosse preso. Ma ringrazio quel giorno perché mi sono trovato davanti ad una serie incredibile che si piazza tra le migliori cose mai lette. – Davide – Riccidanerd