Un ragazzo gentile – Recensione

Shin’ichi Abe (1950) è considerato l’erede dello stile di Yoshiharu Tsuge. La sua influenza l’ha condizionato molto, ma Un ragazzo gentile (1970) è stato pubblicato prima del loro primo incontro, avvenuto solo successivamente, tramite l’ingresso di Abe presso la leggendaria rivista Garo. Abe ha portato avanti ciò che Tsuge, con L’uomo senza talenta, aveva, in un certo senso iniziato. Ovvero “il fumetto dell’io”, il watakushi manga.

Shin’ichi Abe è tra i più significativi autori del watakushi manga, il fumetto che nell’esplorazione di sé ha il suo centro focale. Un ragazzo gentile raccoglie undici storia che appresa la lezione di Tsuge se ne distaccano definendo una propria voce. Abe e il suo amore per Miyoko, la droga, il sesso, la musica. Un’atmosfera bohémiem, dove le conversazioni tra amici sull’arte e la vita sono perverse da un clima vivido e melanconico. Un mondo drammatico, lieve, messo a nudo dalle speranze e le instabilità della giovinezza che hanno segnato anche la biografia dell’autore.
– Trama dell’editore

Un ragazzo gentile

Il primo racconto è anche quello che dà il titolo all’opera e presenta una prima idea di quel che il lettore si troverà dinnanzi. Dalla prima tavola è chiaro che il protagonista rompa la quarta parete, rivolgendosi direttamente a noi. Sta tornando da un viaggio, verso un suo amico. Entrambi sono considerabili come dei disadattati dalla società. Non in grado di affermarsi e con uno squarcio verso le conseguenze del loro stile di vita.

Miyoko, l’atmosfera di Asagaya

Il secondo capitolo presenta un fugace momento della convivenza con Miyoko. La loro svogliatezza ed il desiderio di avere tutto, credendolo semplice. Tra passione, musica, ed il lavoro come mangaka.

A un passo dalla solitudine

L’autore prende le distanze, volgendo la sua attenzione ad un altro personaggio, un suo amico. Ci si sofferma sulla vergogna del fallimento di non poter nemmeno iniziare la propria vita, nel fare ciò che per tutti gli altri è considerata normalità. Perso, nel freddo, nella solitudine, un pensiero passa per la testa del ragazzo.

Il gatto

Un brevissimo capitolo muto in grado di trasmettere l’indifferenza che le nostre azioni, nell’intimità della propria casa, hanno sugli altri. Come un qualcosa di naturale, che non merita attenzione. Allo stesso tempo, in quelle rapide pagine, accosta l’uomo all’animale che dà il titolo al racconto. Istintivo. Il gatto stesso, presente nella scena, rimane freddo, distaccato, dalle questioni umane.

Acconciatura

Un racconto semplice, ma toccante. Il come raggiungi la tua pace, attraverso la convivenza, si riesce ad andare avanti per la propria strada, senza pretendere troppo, possedendo ciò che serve, per poi iniziare a camminare.

Spalle leggere – Ritratto di un disperato

Una vita di leggerezze, senza pensieri, da bohémiem. Trovando la forza l’un l’altra per andare avanti, o in un amico. I cambiamenti nella propria esistenza nel crearsi una propria posizione, per quanto piccola, per portare avanti il proprio sogno di scrittura.

Nel cuore di Asagaya

La “depravazione”, il senso di dover essere al centro dell’attenzione, per non essere messi da parte, per sentirsi qualcuno, e non solo un escluso della società. Sentirsi solo apparentemente potenti, vivendo in una illusione.

Amore

Un racconto quasi surreale, un viaggio nei ricordi, mentre in una locanda si attende il passaggio di un tifone. Rispetto alle precedenti storie qui il tratto si differenzia. Manca lo stile deciso, graffiante, al contrario pare più grezzo, più comico.

Vita privata – Miyoko, l’aria di Tagawa

La dipendenza dalla passione, il dare tutto sé stessi per una persona che, al contrario, non fa che darsi all’alcol. Dipendenza e desiderio, l’amore che fa andare avanti tutto. È sufficiente una vita tranquilla a questo prezzo?

Considerazioni finali

Un ragazzo gentile di Abe è un susseguirsi di squarci nella vita privata, che trasmettono tutta la loro potenza emotiva, nonostante i racconti siano estremamente brevi. Bastano poche pagine per farti provare emozioni pressanti. Ma quelle poche pagine, nonostante siano strutturate alla perfezione per quanto riguarda lo sviluppo della storia, sicuramente non aggraderanno tutti i lettori. Molto spesso il finale è aperto, tra una vignetta e l’altra sono presenti salti obbligati. Ma è il prezzo da pagare per questa tipologia di racconti, i quali non sempre riescono nel loro intento. Questo non è uno di quei casi. Inoltre il tratto di Abe, graffiante, deciso, è sicuramente un punto a favore.

Spazio all'autore: Non è semplice farsi piacere, delle volte, i volumi composti da più racconti autoconclusivi. Finiscono per essere troppo brevi, nonostante lo sviluppo possa essere ben delineato. Capita che ti lascia con poco, col desiderio di aver potuto leggere di più su quell’evento. Occorre ammettere comunque che il tratto di Abe è intrigante ed affasciante, tra gli aspetti che più potrebbero attirare nella lettura di questo titolo. Davide – Riccidanerd

7.5
von 10
2023-04-22T09:00:00+0000